Un'amica insegnante mi chiama piuttosto sconvolta dopo la lettura dei dati inclementi sulla dispersione scolastica in Italia.
Ha seguito un corso di aggiornamento durante il quale, fra le altre cose, sono state presentate delle slides con i dati, terribili, sul numero di ragazzi che abbandona la scuola ed il conseguente basso tasso di alfabetizzazione nel nostro Paese. I dati sono allarmanti in generale perchè, se con il boom economico degli anni '60/'70/'80, il tasso di analfabetisimo in Italia era praticamente crollato, così che, sia i baby boomers che la generazione X (i nati fra gli anni cinquanta e settanta, per essere chiari) avevano puntato alla Laurea, ora i Millenials ed i nuovi 2.0 pare scappino dalla formazione scolastica istituzionale. Istituzionale dico perchè queste giovane menti sono invece attratte dall'apprendimento che si può avere online o con la semplice esperienza di tutti i giorni. I dati della dispersione scolastica nella Regione Sardegna, poi, mi dice, sono a dir poco sconcertanti. Basterà dire, senza troppe percentuali, che i grafici sono alquanto sotto lo zero con le isole maggiori all'ultimo posto. La rappresentazione, tra ascisse e ordinate, di un baratro. Il dato è talmente grave che la Regione Sardegna ha stanziato molti soldi in un programma apposito per il supporto psicologico e pedagogico ai ragazzi che pensano di lasciare la scuola. Si chiama Iscola http://www.iscola.it/#/ Purtroppo, i dati sulla dispersione scolastica sull'Isola non mi suonano nuovi e ne capisco anche le tre maggiori cause. La prima è di carattere, direi così, geologico, geografico. Quest'Isola bellissima è poco abitata in generale (poco più di un milione e mezzo di abitanti in un territorio che somma l'area di Lazio e Toscana insieme) e la popolazione si concentra nelle città più importanti. Ma c'è un buon numero di ragazzi che vive in paesi remoti o collegati da una rete infrastrutturale di trasporti fatiscente (come tutto il nostro Sud) e che è sinceramente dissuasa a raggiungere le aule scolastiche se per farlo ci mette più tempo che ad andare in un college di Londra. Allora è meglio non andare. La seconda è di carattere economico. Sebbene la scuola pubblica sia in gran parte gratuita e commisurata all'effettivo reddito familiare, non sono poche le famiglie in questa Regione ormai al collasso economico dove un posto di lavoro trovato vale più di una pepita d'oro, che non possono poi permettersi di comprare libri, pagare gite scolastiche, mense, attività pomeridiane e tutto quello che ruota intorno alla vita scolastica dei propri figli. Allora è meglio non andare. La terza è la più deprimente. Molti ragazzi storditi da un futuro lavorativo quasi inesistente, e se esistente, talmente precario da far paura, non vedono più il senso della formazione scolastica che è sempre stata, per i baby boomers e la generazione X, un viatico per costruirsi una carriera professionale. Se il lavoro non c'è, perchè dovrei studiare? Allora è meglio non andare. Ai ragazzi, penso, dovrebbe essere presentata la scuola non come e solo un trampolino di lancio per il loro futuro professionale, ma come un momento storico della loro vita in cui possono imparare tutto ciò che poi si porteranno dietro negli anni della maturità. Non le mere nozioni teoriche delle singole materie, ma, piuttosto, la conoscenza, la creatività, la curiosità, la disciplina, la pazienza, la socializzazione con gli altri, le lingue straniere, la multiculturalità, la musica. Allora è meglio andare! - direi io. Di contro, posso segnalare che in Sardegna c'è un altissimo tasso di lettura, le biblioteche sono stracolme di ragazzi ed il territorio pullula di iniziative letterarie oltre che di bravissimi scrittori (Fois, Soriga, Murgia, Agus, per citarne alcuni). Segnale che la popolazione non si è ingrigita e spenta nella pigrizia mentale. Bisogna semplicemente trovare nuovi modi di coinvolgere i giovani ed anche i meno giovani ovvero quei genitori da cui viene l'impulso ad andare a scuola, da cui passa la voglia di imparare. Citando qualcuno che ha ispirato molti recentemente, direi: Choose hope. Yes, we can! #tovisit Il sito del circuito bibliotecario sardo Sardegna biblioteche #toAgenda Fra i tanti almeno questi Festival:
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Agosto 2019
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