In questi giorni di freddo invernale, nell'attesa che arrivi Burian dalla Siberia, arrivo che sembra un assedio e denota il registro ormai sempre aggressivo anche di un certo modo di fare giornalismo, fa sorridere a noi Sardi autoctoni o acquisiti, la meraviglia degli astanti quando si arriva alla notizia che sì, in Sardegna, pure, sta nevicando. Si vedono bambini che in Barbagia giocano con la neve e, udite, udite, si chiudono anche le scuole per il freddo ed i disagi logistici. Sorridiamo, noi. In Sardegna, nevica eccome. La Sardegna non è solo un'isola di mare incontaminato e spiagge caraibiche. La Sardegna è fatta, almeno per la metà, di un entroterra aspro e montagnoso, dove i nuragici costruirono le loro fortezze come Tiscali e Barumini e dove, neppure i Romani, vollero o riuscirono ad arrivare. In Sardegna si arriva a picchi montuosi non proprio di poco conto: Punta La Marmora 1834 m e Bruncu Spina 1828 m. Massiccio del Gennargentu. Ma forse la notizia che vi farà davvero trasalire è che in Sardegna si scia. Sì, avete letto bene, si scia. A Fonni ci sono degli impianti sciistici aperti tutto l'inverno, sfruttati per lo più dai locali e dai pochi che si avventurano in Sardegna con i loro scarponi da neve. Andate a guardare gli impianti di Bruncu Spina e di Monte Spada. Vi consiglio un giro comunque in quelle zone perché l'esperienza della neve in Sardegna, in effetti, fa specie ad un continentale e perché ci sono, come sempre, un sacco di posti da visitare pieni di attrattive. Il passo di Correboi è una strada tutte curve che sale fra neve e gli animali in transumanza ed è il valico automobilistico più alto della Sardegna. Orgosolo è nota dentro e fuori l'isola per i suoi murales, attrazione imperdibile che rende questa cittadina ancora molto ancestrale (giuro di aver visto affacciarsi alla porta del bar dove stavamo prendendo un caffè, un uomo a cavallo. Intendo, cioè, affacciarsi nel bar un uomo sopra al suo cavallo senza scendere!). Ma c'è anche un piccolo scrigno di saperi nella bottega dove si allevano ancora i bachi da seta. Maria Corda tesse con sapienza centenaria conservando una antica arte che speriamo non vada perduta. A Mamoiada, fa freddo, ma tanta gente durante questo periodo arriva da ogni dove per ammirare il Carnevale coi suoi Mamuthones.
Questi uomini-buoi al lazzo dei loro padroni ben vestiti, al ritmo sincopato della loro danza ancestrale che fa risuonare tetramente i loro campanelli da schiavi aggiogati, sfilano per le strade del paesino ricordandoci che le tradizioni affondano nella notte dei tempi e che qui, nel centro della Sardegna, la neve non ha mai ricoperto l'eco della Storia.
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La Sardegna mi manca a tratti. Mi manca il senso di infinito, i respiri che sanno di salsedine a Levante e di fresco elicriso a Maestrale, la poesia dei tramonti e delle lune piene sull'orizzonte. E poi, naturalmente, il Mare. A Roma di Sardi ce ne sono tanti, una diaspora, quella sarda, che non non si arresta, troppo poco il lavoro sull'isola e per campare, altrove bisogna andare. Questo blog che è nato sull'isola e che all'Isola e a chi vuole scoprirla è dedicato, si aggrappa anche alla tanta sardità che si trova nella Città Eterna. A Roma ci sono molti ristoranti sardi come Canne al Vento o Baia Chia oltre che alcune botteghe di prodotti sardi come Tentazioni Sarde o Pigna Enoteca di Sardegna. A Roma c'è l'ACRASE, l'associazione culturale dei Sardi a Roma, che coordina eventi ed iniziative legate ai Sardi che vivono nella Città eterna e che è collegata alla FASI, la Federazione delle associazioni sarde in Italia. Molto attiva è anche l'associazione Il Gremio dei Sardi che organizza eventi legati agli artisti sardi che hanno vissuto nella città eterna e quest'anno festeggia il suo ottantesimo anno di vita. A Roma hanno vissuto grandi intellettuali ed artisti sardi del Novecento: Gramsci nel 1924 si trasferisce a Roma come membro del Pcd’I. A Roma lavorerà, sarà incarcerato e sarà sepolto nel Cimitero acattolico di Roma. Maria Lai, dopo un'infanzia vissuta al suo amatissimo paese natale, Ulassai, dove ancora tutto parla di lei, “(cit.) ...nel 1939, "se pur con tante difficoltà", decide di continuare la sua ricerca del segno, iscrivendosi al Liceo Artistico di Roma, dove conosce maestri di scultura come Angelo Prini e Marino Mazzacurati, che vedono subito in lei un segno maturo e molto maschile, estremamente essenziale e rapido". E ancora poi “(cit.) ….per tutti gli anni Sessanta, infatti, coltiva un rapporto di amicizia e di collaborazione con lo scrittore Giuseppe Dessì, dirimpettaio di casa sua a Roma. Attraverso lo scrittore riscopre il senso del mito e delle leggende della sua terra, trae profonda ispirazione dai suoi libri, capisce ancora di più quanto sia importante e privilegiata la sua origine preistorica sarda. Nel silenzio romano, osserva le correnti emergenti contemporanee, come l'Arte Povera e l'Informale, comprende sempre più quanto fossero importanti le lezioni di Martini (inizialmente vissute come un completo fallimento), le parole di Cambosu, le tradizioni, i miti e le leggende della sua terra natia. Intervenendo sulla materia attraverso gli oggetti ansiosi Ready-made del telaio e della magia del suo utilizzo, del pane e degli oggetti del passato arcaico sardo, inizia il suo percorso, che vede il passato come indagine del futuro. Il 1971 presso la Galleria Schneider di Roma, espone i primi Telai, la mostra fu a cura di Marcello Venturoli, un ciclo che caratterizza tutti i dieci anni successivi." In questo periodo, presso lo Studio Miscetti dove Maria Lai espose alcune delle sue opere, c'è una mostra davvero magica su di lei. Potete andare a curiosare anche le mostre precedenti: la mostra Maria Lai A portata di mano 10 - 24 Marzo 2005 e la mostra Maria Lai, Una fiaba infinita 3 - 15 Marzo 1994. Grazia Deledda si trasferì a Roma nel 1900 ed è nella capitale che visse il resto della sua vita e scrisse le sue opere maggiori da Elias Portolu del 1903 a Canne al vento del 1913 e La madre del 1920. Di Roma e della sua casa romana la Deledda diceva "Il mondo è bello e vario come diceva Bertoldo, ma ancora un posticino dei più belli è tra via di Porto Maurizio e via Trapani". Scrisse di Roma nelle novelle La Roma nostra e Viali di Roma. Un bel libro di Rossana Dedola, Grazia Deledda. I luoghi, gli amori, le opere, rivive anche il suo rapporto con Roma attraverso lettere e cartoline postali. La Biblioteca Nazionale centrale di Roma ha inaugurato a dicembre 2016 una mostra permanente su di lei in cui ci si concentra soprattutto sul legame che la scrittrice sarda aveva con la città eterna. Lo scrittore Marcello Fois ha scritto e sta portando nei teatri d'Italia (a Roma ai primi di febbraio) un testo teatrale sulla vita della Deledda che parla anche dello strappo umano e sentimentale che la Deledda dovette subire per la sua scelta coraggiosa di allontanarsi dalla sua terra natìa per poter affermare la sua anima di scrittrice. Le foto si riferiscono alla mostra permanente presso la Biblioteca Nazionale di Roma su Grazia Deledda e sulla mostra temporanea su Maria Lai e Grazia Deledda tenutasi nel 018 presso la Biblioteca dell'Orologio di Roma "Cucire e Ricucire. Sul diritto e sul rovescio" con quattro sculture dal titolo "Le Stanze della Deledda" dedicate dall’artista alla scrittrice Premio Nobel per la letteratura Grazia Deledda. Maria Carta, cantante tradizionale sarda, a Roma si trasferì dalla sua Siligo nel 1960 e qui visse e lavorò diventando una apprezzatissima artista internazionale. A Roma si occupò anche di denuncia sociale e venne eletta nelle file del PCI nel Consiglio comunale. Roma la ricorda anche in uno dei suoi parchi intitolandone un sentiero alberato accanto alle poetesse inglesi. Da leggere: Maria Carta a Roma, di De Giovanni, Ed. Nemapress. La Sardegna è anche nei musei. Recentemente in una delle domeniche gratuite dei Beni Culturali, siamo andati a visitare il Museo Barracco, un piccolissimo ma splendido compendio di opere di vari secoli. Anche lì, e forse per noi che a Sant'Antioco siamo legatissimi, ecco che troviamo un leone fenicio proveniente dagli scavi dell'isola nell'isola.
Ci manchi un po' isola, ma è bello sapere che sei anche qui. Sii tu il cambiamento che vuoi vedere nel mondo (Ghandi) Si sa ad inizio anno si fa sempre una lista di buoni propositi. Ho pensato che sarebbe stato bello iniziare con una lista di buone pratiche per la vita quotidiana di tutti i giorni, un post da avere stampato sull'agenda o nella bacheca sopra la scrivania per tenere a mente quali sono i consigli utili per una quotidianità eco e green. Che si viva in Sardegna o sulla terraferma. 1. Calendario ©Greenme: scaricatevi questo utilissimo calendario che mese per mese vi guida alla selezione di frutta e verdura di stagione e vi dà consigli su cosa piantare nell'orto urbano o casalingo. Puoi scaricare il calendario direttamente qui sotto:
2. Greenpeace consumo critico. L'associazione più green che c'è ha stilato negli anni di lavoro scientifico delle ottime guide da consultare per fare acquisti consapevoli.
3. Biodetersivi: potete sbizzarrirvi e creare da soli i vostri bio detersivi grazie al lavoro di tanti esperti che hanno messo su questo sito con tante informazioni utili. biodetersivi.altervista.org 4. Eco B&B: e se vi dicessi che esiste una rete di alloggi certificati eco che puntano al turismo responsabile e rispettoso dell'ambiente? E(c)co(li) qua: ecobnb.it 5. Prodotti equo e solidali: ricordatevi di dare uno sguardo al sito delle botteghe del Mondo www.altromercato.it per acquistare prodotti che, all'orgine, prevedono condizioni lavorative corrette e aiutano il Sud del Mondo. Certo su alcuni di questi prodotti si potrebbe pure dire che non sono a km 0 e che quindi, acquistandoli, si produce CO2. Se la pensate così, meglio allora i prodotti dei contadini di zona e ancora meglio le reti GAS, i Gruppi di Acquisto Solidali, che coordinano la gestione e l'approvvigionamento di generi alimentari freschi in un certo quartiere o zona o condominio. www.economiasolidale.net Un buono modo per capire quanto impattiamo sulla Natura è quello di calcolare la nostra “impronta ecologica” ovvero il peso delle nostre scelte quotidiane sul pianeta attraverso il calcolatore del Global Footprint Network. www.footprintcalculator.org footprint.wwf.org.uk/questionnaires ecologicalfootprint.com La mia impronta ecologica, ad esempio, è ad oggi del 110% del Pianeta, quindi se tutti vivessero come me, ad esempio, servirebbero 1 + 10% di Terra in più ogni anno. Non vado malissimo, sono vegetariana, uso i mezzi pubblici, mangio cibo locale, cerco di comprare etico e certificato, in casa provo a ridurre i consumi energetici spegnendo le luci o facendo la lavatrice in fasce orarie notturne o festive, tengo la temperatura mai troppo calda, uso detersivi eco se non quelli fai da te con il bicarbonato e, se lo trovo, tendo a comprare vestiario fatto artigianalmente o con tessuti organici. Ma c'è ancora da migliorare. Il motto è sempre “riduci, riusa, ricicla” GO GREEN! |
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Agosto 2019
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