iamo scappati alla Maddalena (che si chiama così dall'isola più grande, ma è un arcipelago formato anche dalla nota isola garibaldina di Caprera e dalle incantevoli isolette di Spargi, Spargiotto, Budelli – quella della spiaggia rosa, per intenderci, ed altre) un ponte del due giugno di qualche anno fa.
Si arriva a Palau e da lì ci si imbarca, possibilmente in auto, con un costo che varia a seconda della stagione, ma è più o meno di una ventina di euro a tratta per due persone ed un auto, per il porto della Maddalena. L'isola madre è piena di alberghi, camping e b&b quindi non avrete problemi a trovare una sistemazione se non con l'accortezza che in piena estate la folla di turisti è talmente abbondante che la vacanza potrebbe risultare disagevole per una sovrabbondanza di esseri umani. Vi consiglio di prendervi una bella cartina e di girare il più possibile per le spiagge mozzafiato che ci sono in tutta l'isola. A me sono piaciute: Monti d'Arena e Baia Trinita alla Maddalena; Cala Serena, i due Mari, il Relitto e Cala Coticcio a Caprera. Caprera però, collegata da un ponte transitabile e isola parco, riserva le calette più paradisiache, a volte raggiungibili con piccoli trekking, e, soprattutto il cuore rivoluzionario di questa parte di Sardegna. Il Memoriale di Garibaldi, un museo ipertecnologico sulla vita dell'eroe dei due mondi, è imperdibile. E poco distante, ma nello stesso circuito, la casa museo di Garibaldi, dove il nostro passò gli ultimi anni della sua vita immerso nella Natura di questa isoletta incontaminata. Per le isolette minori bisogna prendere un'imbarcazione turistica dal porto, più o meno affollata a seconda della stagione, ricordando che, come nelle calette d'Ogliastra, la sosta ed il bagno sono permessi solo secondo le normative vigenti dell'isola parco. Una fuga alla Maddalena è come la scoperta di un posto altro nel Mondo. Rigenerante. Edificante. Enjoy! #toeat Ci sono posti dove mangiare ovunque, ma chiedete delle maxi bruschette di Zi Antò in località Punta Tegge. Non ve ne pentirete!
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Arrivare alla meraviglia delle dune di Piscinas, fra le più alte del Mediterraneo, è un viaggio fuori dal tempo. Dalla cittadina di Arbus (ad Arbus c'è da visitare il famoso museo del coltello de is maistus, i maestri, dell'arte del coltello di questa zona della Sardegna), ad una trentina di chilometri ad ovest di Cagliari, bisogna seguire le indicazioni per le miniere di Ingurtusu. Delle miniere e della loro parabola sull'isola abbiamo già parlato in un altro post, di come abbiano portato benessere, seppur nelle condizioni di lavoro atroci, a tutta la popolazione del Sulcis. E di come poi, una volta chiuse, abbiano prodotto il più grande inquinamento mai bonificato in questa zona, oltre che una spaventosa disoccupazione che sembra irrimediabile vista l'incapacità di trovare alternative di sviluppo o di resilienza da parte degli stake-holders. (a questo proposito consiglio anche la lettura del bel libro reportage “Addio” di Ferracuti in Edizioni Chiarelettere). Insomma, arrivati alla strada delle miniere di Ingortusu e oltrepassato un caratteristico archetto creato sopra la strada stessa dalle mura delle poche case dei minatori oggi anche museo, si inizia a scendere a mare fra tornanti sterrati. Ad un tratto è là, si vede. Un'immensa prima duna di sabbia appare all'orizzonte. E' qualcosa di surreale, estraneo a molte nostre coordinate geologiche, eppure questo posto sospeso nel tempo, esiste. Solo come la magia delle dune di Sant'Anna Arresi – costa sud ovest della Sardegna – questo panorama da vuoto in scena beckettiano, assimila l'esperienza del silenzio a quella del deserto. I pochi fortunati che possono permetterselo, possono alloggiare nel piccolissimo hotel costruito in spiaggia recuperando un vecchio edificio a mare delle miniere. ledunepiscinas.com Se andate d'estate ovviamente tuffatevi. L'acqua cristallina sarà un sogno paradisiaco. Attenzione solo alle correnti in questa parte di Sardegna molto esposta a Maestrale. Words are very unnecessary, they can only do harm. Enjoy the silence. |
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Agosto 2019
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