O God, I could be bounded in a nutshell and count myself a king of infinite space, were it not that I have bad dreams. Ci sono giorni di mezza stagione, non tanto lontani dall'eco dei giorni in cui il turismo invade l'Isola, in cui ognuno di noi può andare in spiaggia e sentirsi re di quello spicchio di sabbia o di roccia di fronte al mare cristallino. E' incredibile come l'Isola viva di un respiro a ritmo inverso da tanta parte di Mondo dove si inizia a correre a settembre (che poi anche in Sardo è Capodanno, ovvero il capo dell'anno agricolo) per la vita lavorativa aziendale e scolastica e ci si ferma a luglio ed agosto per le agognate vacanze estive. In Sardegna, nonostante gli impegni scolastici dei più giovani ed il lavoro, sempre carente, dei fortunati che lo hanno annuale, si respira così: da maggio ad ottobre si corre dietro alle frotte di turisti che da ogni dove ingorgano l'Isola ed il suo mare, affollano spiagge, locali, strade, porti ed aeroporti. Una valanga babelica ed affamata di abbronzatura e divertimento che fa correre buona parte della popolazione impegnata nel lavoro turistico estivo. Da novembre ad aprile tutto torna silenzio. L'Isola si contrae, riprende una sola lingua, accorcia giornate ed energie, richiude in casa, accende i camini, spruzza neve e pioggia, invoglia alla pigrizia ed alla lettura. All'ozio della disoccupazione invernale e all'infinito dei pensieri in giornate lunghe e lente. Sull'isola tanti paradigmi sono diversi. Per questo la si capisce solo se la si abita. La si abita fisicamente e psicologicamente. Se il respiro è affannoso da maggio ad ottobre e prende la calma della notte da novembre ad aprile, così è più importante saper fare l'artigiano o il pescatore, o il contadino, o lo scrittore, che il manager, o l'astronauta o il sommergibilista, o il commerciale di un'azienda. Se le distanze sembrano incolmabili, allora ci si stringe nella vita di comunità, nelle chiacchiere del paese, nella vita nei bar o nelle sale da tè. Se le opportunità di viaggio e di accesso all'arte sembrano ridotte, allora prolificano i lettori, i festival letterari, i creativi, gli artigiani, gli scrittori, i cantastorie, gli artisti di strada. L'Isola si volge e si rivolge. Sorride all'orizzonte e alle piante dei suoi piedi. Aspetta il nuovo e intanto coltiva l'antico. L'Isola sogna e racconta di sé. Aspetta i figli che sono partiti in cerca di avventure che tornino pieni di bisacce di racconti dell'altrove.
0 Commenti
|
Archives
Agosto 2019
Categorie
Tutto
|