Nora è un museo a cielo aperto. L'area archeologica, oggi prettamente romana con le sue rovine che assomigliano ad un Foro Romano in miniatura, in verità è la testimonianza stratificata delle civiltà antiche che hanno popolato, fra le tante, nel tempo, la Sardegna: i Nuragici, i Fenici, i Cartaginesi e, da ultimi, i Romani.
Si dice fosse stata fondata dall'eroe iberico Norace (la radice *nur è la stessa anche di Nuraghe, è interessante pensarlo), uno degli eroi che Pausania, storiografo romano, dice avesse conquistato la Sardegna insieme a Iolao e Teseo dalla Grecia e Sardo dalla Libia, due millenni prima di Cristo, portando a concretezza il passaggio dell'Isola dalla vita megalitica, fatta di ossidiana, dolmen, menhir, domus de janas, alla vita nuragica, fatta di rame, ferro (e quindi bronzo che ne è una lega), nuraghe, pozzi sacri, tombe dei giganti. Una mareggiata nel 1889 scoprì il Tophet (etimologicamente "luogo d'arsione", concretamente un'area sepolcrale fenicia dove venivano deposti in urne i feti dei bimbi nati morti o in giovane età) e da allora si capì che accanto allo splendido mare di Pula vi era uno degli splendidi insediamenti archeologici più ricchi della Sardegna (come Cagliari, antica Karalis; come Tharros vicino ad Oristano; come Sulci o Sulki nel Sulcis, appunto). Gli scavi veri e propri, iniziati nel 1990, ed ancora parzialmente in corso, hanno riportato alla luce numerose Terme (edifici pubblici aperti a tutti senza distinzione di casta, venivano usati come svago del corpo e della mente, tutti conservano le tre vasche con diverse gradazioni di temperatura dell'acqua, Frigidarium, Tepidarium, Calidarium, oltre che alla vasca per le Natationes, l'Apodyterium o spogliatoio. Ci si sfregava la pelle con la pietra pomice o la cenere di faggio oppure con una pasta di povere d'equiseto, argilla ed olio d'oliva); un Foro (in quello di Nora è stata trovata l'iscrizione di dedica a Minucius Pius, giovernatore della città che diventò Municipium nel I secolo dopo Cristo regalando ai suoi abitanti i diritti dei cittadini di Roma); un Teatro (con la sua scenae frons, il proscenio, l'orchesta e l'auditorium e i tre vomitoria o uscite/entrate. Si pensa sia databile al II secolo dopo Cristo perchè in alcune giare poste sotto la scena, usate prima per amplificare la voce degli attori, poi come granai, si è trovato il marchio del fabbricante, un liberto di Diocleziano); un Ninfeo (splendido giardino acquatico dedicato alle Ninfe dove riposare); un Macellum (dall'etimologia già fenicia *ma'kal = "luogo in cui si mangia", era un mercato di carne e pesce. A Nora le taberniciae o botteghe hanno la particolarità di essere sviluppate su due piani, quello terra dedicato all'attività commerciale, quello al primo piano all'abitazione, secondo un moderno adagio di "casa e chiesa"); un quartiere popolare (già punico); una casa patrizia (detta "dell'atrio tetrastilo" perchè quattro sono le colonne che abbracciavano l'impluvium, la zona centrale della domus romana dove si raccoglieva l'acqua piovana); il Tempio dedicato ad Esculapio (figlio di Apollo era il dio della medicina, il culto fu introdotto a Roma nel 291 a.C.dopo che, per scacciare la peste, una statua del Dio fu portata da una delegazione da Epidauro, e, trasportata in barca sul fiume Tevere, avvolta dalle spire di un serpente, simbolo del dio, sbucato simbolicamente, non a caso, dall'acqua, assolse al suo scopo. Da allora sull'Isola Tiberina, oggi nascosto dall'ospedale Fate Bene Fratelli, c'è un tempio a lui dedicato). Ma la cosa più importante trovata a Nora (e conservata nel Museo Archeologico di Cagliari) è la sua stele dove, per la prima volta, in lingua fenicia (ricordiamo che i nuragici non conoscevano la scrittura...) è indicato il nome della Sardegna: BSRDNS Abbandonata, come molte zone della costiera esposte alle scorrerie vandaliche, poi, per lungo tempo, venne ripopolata in periodo giudicale dai Monaci Vottorini che, nel 1089, vi costruirono la Chiesa di Sant'Efisio, dedicata, appunto, al culto del Santo il quale, proprio in epoca romana, era stato decapitato sulla spiaggia di Nora per aver abbracciato il Cristianesimo. Da sempre l'imponente processione che ogni 1° maggio, ripercorrendo la strada che il soldato romano Eifsio di Antiochia, condannato a morte da Diocleziano, fece dalla sua prigione a Cagliari fino a Nora, è una festa per tutta la Sardegna. I costumi tradizionali di quasi ogni paese della Sardegna sfilano accanto ai membri dell'Arciconfraternita del Gonfalone, insieme all' "alter nos" oggi Sindaco, per ricordare quell'uomo che, dopo l'epifania sacra ed il martirio, non solo lasciò l'esercito romano per dedicarsi alla cristianizzazione della Sardegna, ma molto più avanti nel tempo, attraverso il ricordo del suo culto, nel 1656, sconfisse l'epidemia di peste che aveva attanagliato la città di Cagliari. #toVisit: la zona archeologica di Nora è visitabile tutto l'anno: http://www.coptur.net/sito-nora #toSleep: nella cittadina di Pula, alberghi e b&b come piovessero. #toEat: nella cittadina di Pula, oppure nel raffinato Ristorante dell'Ittitursimo della Laguna di Nora pensato all'interno del Parco Lagunare dove c'è soprattuto il Centro di Recupero Cetacei e Tartarughe Marine www.lagunadinora.it #toAgenda Gli spettacoli all'aperto nel teatro di Nora di solito a luglio ed agosto www.comune.pula.ca.it #toRead Tronchetti Carlo, Nora, Sassari, Delfino, 1986 (Sardegna archeologica. Guide e itinerari, 1) Costumi. Storia, linguaggi e prospettive del vestire in Sardegna, Ilisso (collana Etnografia e Cultura Materiale) #toWow: la spiaggetta di Nora. #toBusTrain: se non in auto, Pula è raggiungibile con il bus www.arst.sardegna.it
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