In Sardegna si produce tanto bel cinema. Non solo perché la Sardegna è scenografia naturale. Ma perché i registi sardi hanno quel respiro intenso di gente che nel lungo tempo verticale dell'Isola può osservare ed ascoltare tutte le vite ed i gesti ed i cambi di stagione e di umore che passano davanti ai loro occhi. La rassegna “Visioni Sarde” organizzata dall'associazione dei sardi a Roma “Il Gremio” in collaborazione con la Cineteca Nazionale, la FASI (Federazione delle Associazioni Sarde in Italia) e la Cineteca Sarda, ha avuto luogo sabato 12 maggio presso un affollatissimo Cinema Trevi, deliziosa sala cinematografica alle spalle della ben più famosa fontana romana e di felliniana memoria. Sono stati presentati i cortometraggi vincitori e finalisti realizzati da autori sardi o che abbiano usato come location la Sardegna della ventiquattresima edizione di “Visioni Italiane”, concorso nazionale organizzato dalla cineteca di Bologna. Colpisce la presenza ricorrente nel nucleo creativo di queste storie della questione immigrazione: quella degli sbarchi dalle coste nord africane che negli scorsi anni hanno investito anche il porto di Cagliari e poi la Sardegna intera. Cosa definisce la differenza fra essere immigrati o emigrati? Chiede il bambino africano nel primo corto di Zucca a suo padre in una stanza nel mezzo di un nulla acquatico. Che l'immigrato viene da un posto lontano verso un posto vicino e l'emigrato invece va da un posto vicino ad un posto lontano, gli viene risposto dal genitore adulto e disincantato. E chi decide quale è il posto da cui ci muoviamo? Commenta saggiamente il bambino. Così il migrante africano arriva in Sardegna mentre l'aspirante guida turistica sarda che non riesce a trovare lavoro – nel corto di Chiara Sulis - deve emigrare in Continente. Un unico destino di movimento narrativo ed umano che ci rende tutti uguali. Con questa lezione di apertura mentale e compassione verso il prossimo scendono giù tutti gli altri cortometraggi, alcuni davvero belli e già di grande maestranza come quelli di Salvatore Mereu e di Enrico Pau (ed Antioco Floris). Altri, con il germe della creatività, ma davvero intensi: Gianluca Mangiasciutti, Jacopo Cullin, Matteo Incollu. Altri sperimentali, ma non per questo meno ben riusciti (il cosiddetto last but not least): Fabio Loi con Ilenia Locci, Chiara Sulis. Per una visione più ampia dei Festival di cortometraggi e di cinema in Sardegna:
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Agosto 2019
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